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Visitare il Museo di San Marco a Firenze

Sommario

Capita spesso, durante le visite guidate classiche alla città di Firenze, che ci venga posta una domanda: quali sono i vostri luoghi del cuore? Dove preferite portare i visitatori per cogliere l’essenza di Firenze? 

Sicuramente nella risposta a questa domanda ci sarà anche il Museo di San Marco.

Si tratta di un luogo speciale, vicinissimo ai musei più gettonati eppure fuori dal turismo di massa e per questo la visita al Museo di San Marco è particolarmente affascinante. 

Inoltre a differenza degli altri musei di Firenze, le opere qui raccolte non provengono da altri luoghi poiché il museo coincide con un antico convento rinascimentale, che si è conservato quasi identico a com’era alla fine del Rinascimento.

Dove si trova il Museo di San Marco? 

Ci troviamo sull’omonima piazza San Marco di Firenze, a pochi passi dalla Galleria dell’Accademia e ai margini del cosiddetto ‘quartiere mediceo’. 

Questa zona, al tempo dei Medici, doveva essere circondata da un ampio bosco di faggi, un polmone verde all’interno delle mura cittadine: forse difficile immaginarlo oggi che la piazza è un incrocio caotico di autobus, tram e lavori stradali! 

Su un lato della piazza spicca la facciata della chiesa di San Marco, semplice e poco adorna rispetto alle altre grandi chiese fiorentine. La chiesa faceva parte dello stesso complesso conventuale e si può visitare gratuitamente.

Diverso è invece il discorso per il museo che richiede il pagamento di un biglietto poiché è inserito nel circuito dei musei statali. La porta di ingresso si trova proprio alla destra della facciata della chiesa.

nella foto si vede l'accesso al museo di San Marco posto accanto all'ingresso dell'omonima chiesa. Dovete accedere da questa porta  per iniziare la visita

Trovate tutte le informazioni sui biglietti e  orari di apertura alla nostra pagina dedicata tour del Museo di San Marco.

Perché visitare il Museo di San Marco a Firenze?

Oltre a essere un luogo di pace, ideale per sfuggire alla folla che riempie il centro di Firenze, il convento di San Marco è anche un museo perfetto per capire il cambiamento che avviene nel passaggio dal Medioevo al Rinascimento.

La struttura originale risale infatti ai secoli medievali, quando il convento era abitato dai monaci Silvestrini, poi sostituiti però dai frati domenicani, che si trasferirono qui a metà del 1400 su invito dell’uomo più potente in città: Cosimo il Vecchio de’ Medici.

I Medici a San Marco

È proprio il noto banchiere infatti a volere la ristrutturazione completa della struttura che lo porterà a spendere una cifra esorbitante. Ma come mai Cosimo compie un investimento così cospicuo, senza un’apparente rendita? 

Pare che il suggerimento arrivi a Cosimo dal suo confessore, che era nientemeno che il Papa. Cosimo aveva infatti prestato soldi a usura, considerata un peccato gravissimo, e per alleggerire il suo debito spirituale il Papa aveva indicato a Cosimo di spendere 10.000 fiorini per un’opera della chiesa. 

Cosimo arrivò in realtà a spendere oltre 40.000  fiorini, forse perché non aveva dichiarato tutta la verità durante la confessione! 

Ad ogni modo la presenza della famiglia Medici a San Marco è piuttosto ingombrante: visitando il museo vi accorgerete che hanno fatto piazzare le famose palle rosse, loro simbolo araldico, in tutti gli angoli del convento: una bella pubblicità, senza dubbio!

Se vi interessa la storia dei Medici sappiate che abbiamo un tour dedicato che vi permetterà di conoscere meglio gli intrighi legati alla più nota famiglia fiorentina.

Il convento di Beato Angelico

Ma il convento di San Marco è soprattutto noto come principale museo dedicato a Beato Angelico. Il Santo pittore che qui ha vissuto e lavorato per i suoi confratelli e uno tra i più noto artisti del nostro Rinascimento.

Della sua vocazione religiosa e artistica abbiamo già parlato in questo articolo sulla Deposizione realizzata a quattro mani da Beato Angelico insieme al suo maestro Lorenzo Monaco.

Artista stimatissimo dai suoi contemporanei e ancora oggi apprezzato per la sua capacità di tenere in equilibrio il sentimento medievale con le prorompenti novità artistiche del Rinascimento, come nell’affresco che troviamo all’interno del chiostro e che ci dà il benvenuto una volta entrati.

Qui vediamo San Domenico che abbraccia la croce mostrando elementi nuovi come dettagli anatomici raffinatissimi nelle vene delle mani o le rughe del volto, insieme all’uso della prospettiva. Allo stesso tempo però lo scopo del dipinto è chiarissimo e non veniamo confusi su quale sia il suo messaggio: chi entra a fare parte di questa comunità di frati lo fa per il desiderio di avvicinarsi a Cristo. Ciò che ne riceve in cambio è lo sguardo sereno e amorevole di Gesù dall’alto della stessa croce. 

Com’è strutturato il Museo di San Marco

L’affresco con san Domenico ci accoglie all’interno del grande chiostro che è il primo ambiente del museo una volta superato l’ingresso e la biglietteria.

nella foto si vede il chiostro di Sant'Antonino, il primo ambiente che si incontra visitando il Convento di San Marco a Firenze

Su questo grande spazio quadrangolare si aprono tutti gli ambienti al piano terreno  come il Refettorio dei frati, dove venivano consumati i pasti comuni, o il pellegrinaio, dove oggi si raccolgono alcune opere dell’Angelico ma che un tempo era il luogo dove si ospitavano viandanti e bisognosi. 

Prendersi cura di questi ultimi era uno dei compiti dei frati e proprio per loro Beato Angelico ha dipinto, sopra le porte di passaggio tra i vari ambienti, degli affreschi che aiutassero i confratelli a eseguire al meglio la loro mansione. 

Ad esempio sopra l’ingresso del pellegrinaio troviamo due frati che accolgono un pellegrino il quale però ha le sembianze di Cristo e l’aureola attorno alla testa. Anche in questo caso il messaggio è chiaro: abbiate cura di tutti coloro che passano da qui, come se ognuno di loro fosse Gesù in persona.

Lunetta sopra la porta del pellegrinaio con l'affresco del Beato Angelico che rappresenta Cristo Pellegrino accolto da due domenicani

Visitando il museo si capisce anche molto della vita semplice ma impegnata che si svolgeva al suo interno. 

Un ambiente sicuramente centrale è la Sala Capitolare, il piccolo parlamento della comunità domenicana, dove campeggia il più grande affresco del Beato Angelico.

Nella foto si vede la sala capitolare del convento di San Marco con il grande affresco del Beato Angelico raffigurante la Crocefissione. Questo luogo è il cuore della nostra visita al museo

In questa grande crocifissione troviamo i santi più popolari del tempo ma anche dei chiari riferimenti alla famiglia dei Medici, che non volevano farsi dimenticare in qualità di danarosi sponsor! 

La visita al convento di San Marco prosegue al piano superiore

Finita la visita al chiostro, si sale al primo piano. Preparatevi a rimanere stupiti perché in cima alla ripida scala troverete l’opera più nota di Beato Angelico: la bellissima Annunciazione.

Qui si riesce ad apprezzare la raffinatezza dell’Angelico ma anche a capire bene la tecnica dell’affresco, potendo osservare la parete da molto vicino. 

L’affresco è stato pensato come un promemoria per i frati perché affidassero a Maria la loro giornata nella preghiera costante. La Madonna d’altronde è vestita proprio come loro ed è rappresentata come obbediente, umile e casta: esattamente i voti che erano chiesti ai frati domenicani.

Allargando lo sguardo da questo angolo si coglie la struttura intera del piano superiore: tre lunghi corridoi su cui si aprono piccole porticine che danno sulle stanze del dormitorio

Sono spazi talmente piccoli da essere chiamati ‘celle’. Nulla di lussuoso insomma, eppure in ognuna di queste Beato Angelico, insieme ai suoi aiutanti ha lasciato un affresco dedicato a ciascuno dei frati che qui riposava.

Sono uno più bello dell’altro e occorrerebbe soffermarsi dal vivo davanti ad ognuno di loro ma per farvi venire l’acquolina, nella gallery qua sotto trovate alcuni dei più noti:

La biblioteca e le celle di Cosimo

Oltre alle celle troviamo qui la bellissima biblioteca progettata da Michelozzo, architetto di tutto il complesso. La biblioteca, ora sguarnita, era un tempo un centro culturale di altissimo livello. Qui Cosimo il Vecchio aveva fatto collocare parte della sua preziosa collezione di testi in latino e perfino in greco. Oggi si possono ammirare alcuni codici miniati e curiosare tra gli strumenti e i pigmenti in polvere usati nel Rinascimento da artisti come Beato Angelico.

Superata la biblioteca si arriva alla Cella di Cosimo il Vecchio, che avendo pagato fior fior di fiorini si era fatto riservare una piccola suite all’interno del convento. Forse vi sembrerà uno spazio angusto ma sappiate che ha ospitato persino il Papa! 

Per i loro ospiti illustri i Medici organizzavano ovviamente lussuosi banchetti e servivano certe ricette tipiche fiorentine che conservano nomi un po’ misteriosi: ad esempio sapete perché l’Arista e il Vinsanto si chiamano così?

Venite a visitare il convento di San Marco con noi e ve lo racconteremo. 

Le sale dedicate a Girolamo Savonarola

busto di Girolamo Savonarola conservato nella cella che prende il nome dal famoso predicatore. Egli divenne priore del Convento di San Marco alla fine del XV secolo.

Le ultime celle sono dedicate al famoso predicatore Girolamo Savonarola, che proprio a San Marco aveva installato il suo quartier generale. 

Qui si trovano alcune reliquie legate alla sua figura e reperti storici che testimoniano il suo travagliato percorso che lo portò sul rogo. 

Il refettorio del Ghirlandaio

Finito il giro al piano di sopra si riscende dalla stessa scala per arrivare ad un’ultima sala affrescata con il bellissimo Cenacolo affrescato da Domenico Ghirlandaio uno degli artisti più in voga a Firenze nella seconda metà del Quattrocento.

prima di uscire si incontra il secondo refettorio con un bellissimo affresco di Domenico Ghirlandaio rappresentante l'Ultima Cena. Notare Giuda seduto da solo e con il solo profilo rivolto allo spettatore.

Questo refettorio è più piccolo di quello dedicato ai frati ed era dedicato agli ospiti esterni al convento. Nell’affresco del Ghirlandaio noterete un gatto che vi osserva sornione, ciliegie disposte in modo apparentemente casuale sulla tavola e molti altre dettagli: nulla è casuale e tutto ha un significato! 

Persino la disposizione dei commensali richiama il modo in cui ci si sedeva per mangiare insieme. Ha a che fare con il ‘Coperto’ che ancora oggi paghiamo quando andiamo al ristorante. Scoprite perché si chiama così in questo breve video girato dalla nostra Elena. Abbiate pietà, eravamo in pieno lockdown – si capisce dal disegno di sua figlia con l’arcobaleno sullo sfondo – e non ancora abituate ad apparire in video!

Proseguendo oltre il refettorio verso l’uscita trovate i bagni e il bookshop. 

Vi accorgerete di essere circondati da frammenti di pietra scolpita: sono elementi architettonici che un tempo decoravano gli edifici del centro storico, distrutti a fine Ottocento.

La nostra visita al Convento di San Marco a Firenze volge al termine, ma abbiamo ancora una piccola sorpresa per voi

Finisce così la visita al Convento di San Marco e l’uscita vi immette su Via della Dogana, sul retro del convento, ma non vi disorientate: per tornare in piazza San Marco dovete semplicemente circumnavigare l’isolato! 

Questo articolo è una veloce carrellata delle bellezze di questo museo, ingiustamente considerato minore ma invece ricco di arte e storia.

Se volete approfondire ancora potete godervi una lezione in video fatta da Elena qualche tempo fa oppure, meglio ancora, venire a Firenze per visitare il convento di San Marco dal vivo prenotando un tour con noi.

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