Posto al centro di Firenze, Il Battistero di San Giovanni è un grande perno architettonico attorno al quale ruota tutto il centro cittadino. Molte volte quando attraversiamo la piazza con i nostri clienti ci viene chiesto se vale la pena entrare dentro per visitare l’interno ed eventualmente cosa c’è da vedere. Leggete oltre e giudicate voi stessi!
L’edificio più antico di Firenze: il Battistero
Torniamo indietro nel tempo, negli anni in cui Dante era cittadino fiorentino… A quel tempo gran parte di Firenze era in costruzione. La grande Cattedrale, Palazzo Vecchio, le chiese di Santa Maria Novella e di Santa Croce erano solo dei cantieri. L’unico grande edificio monumentale, quello che spiccava tra tutti gli altri a Firenze, era il Battistero di San Giovanni. Incrostato di marmi bianchi e pietra verde di Prato doveva segnare l’immaginario di tutti i fiorentini.
Dante stesso lo cita più volte nella Divina Commedia:
Non mi parean men ampi né maggiori
che que’ che son nel mio bel San Giovanni,
fatti per loco d’i battezzatori;
Inferno XIX
e ne l’antico vostro Batisteo
insieme fui cristiano e Cacciaguida
Paradiso XV
con altra voce omai, con altro vello
ritornerò poeta, e in sul fonte
del mio battesmo prenderò ’l cappello;
Paradiso XXV
Quale è la funzione del Battistero?
Il Battistero è una chiesa, ma soprattutto era l’unico luogo all’interno della città adibito ad amministrare il primo dei sacramenti: il Battesimo. A questo rito di iniziazione i cristiani hanno sempre dato un’importanza straordinaria tanto da avere un luogo ad esso dedicato.
Il termine battistero deriva dal greco baptizein e significa “immergere” o anche “lavare”. Ed infatti i primi cristiani si immergevano totalmente nell’acqua e ne uscivano quindi lavati dal peccato originale e pronti ad una nuova vita. Dunque nel Battistero si assisteva ad una vera e propria morte e resurrezione di coloro che venivano iniziati alla nuova fede e per questo motivo il rito del battesimo è sempre stato legato alla celebrazione della Pasqua. Infatti era (ed è talvolta ancora oggi) proprio nella notte di Pasqua che si amministrava questo sacramento.
Il fonte battesimale
Adesso il grande fonte battesimale medievale non esiste più, sostituito da uno molto più piccolo. Come mai è stato distrutto? La Toscana nel XVI secolo si trasforma in un Granducato retto dalla famiglia dei Medici. I Medici devono ribadire il loro nuovo status di granduchi creando dei momenti in cui mostrarsi al popolo nelle vesti di signori assoluti di Firenze e della Toscana. Dunque, anche le celebrazioni religiose che riguardano la famiglia, diventano dei momenti dove sottolineare questa loro nuova veste. Proprio con questo intento viene chiesto all’architetto Bernardo Buontalenti di realizzare un apparato effimero per il battesimo di Filippo (1576), primogenito del Granduca di Firenze, Francesco I. Il momento del battesimo del figlio del Granduca diventa quindi una vera e propria rappresentazione teatrale che necessita una sua scenografia. Bernardo Buontalenti è l’artista chiamato a realizzare tale apparato effimero e, per avere lo spazio necessario, si trova costretto a smantellare l’antico fonte battesimale.
Nella foto qua sotto potete vedere una ricostruzione dell’antico fonte eseguita nel 1921 seguendo un disegno dello stesso Bernardo Buontalenti.
A quando risale la costruzione del Battistero di San Giovanni?
A quando risale la sua costruzione? Difficile dirlo con certezza. Per dirla con il Vasari il Battistero di San Giovanni è “antichissimo”.
Ancora oggi infatti non è chiara la storia dell’edificio. Sono in corso degli scavi che speriamo potranno fornire nuove informazioni. Per molto tempo si è creduto che il Battistero fosse stato costruito sopra il Tempio del dio Marte. Marte era considerato il dio protettore della città di Firenze. Costruire un nuovo edificio dedicato a Cristo nello stesso luogo dove una volta si trovava il tempio di Marte aveva un chiaro significato simbolico: si passava dal dio della guerra al Dio della pace.
Più probabilmente però nel luogo dove ora sorge il Battistero vi era una piazza e una domus romana, cioè la casa di un ricco patrizio. Forse quello stesso ricco patrizio convertitosi alla nuova religione, può aver messo a disposizione della prima comunità cristiana gli spazi della sua abitazione. Grazie a delle grate poste nel pavimento è possibile scorgere resti del mosaico di epoca romana. Guardate la foto qua sotto.
Nei secoli successivi alla caduta dell’impero romano, Firenze era passata dai 20.000 abitanti a solo 1000-2000 anime! Dopo questo periodo molto oscuro ecco che dall’anno 1000 la città si risveglia, la popolazione cresce e si inizia a riedificare. Il Battistero è il primo grande monumento su cui si posa l’attenzione dei fiorentini come simbolo di questa rinascita (esso stesso è luogo di rinascita per eccellenza).
Nel 1059 papa Niccolò II riconsacra questo luogo che nei secoli si va abbellendo sempre di più di opere d’arte. Ma da dove provenivano i soldi per la realizzazione di tali opere?
L’Opera di San Giovanni
Come ogni grande chiesa anche il Battistero aveva la sua Opera, ossia un insieme di persone che si prendono cura dell’edificazione, della decorazione, del funzionamento, della fruizione e della conservazione dell’edificio.
Ma l’opera dove trovava i soldi?
I più importanti edifici fiorentini avevano dei patroni, dei veri e propri sponsor. Nel caso del Battistero di Firenze il patrono fu l’arte di Calimala, ossia la corporazione dei mercanti di tessuti. Una delle più potenti e ricche in città. La Cattedrale era invece sotto il patronato dell’Arte della Lana. Qua sotto puoi vedere lo stemma di Calimala ancora oggi presente sul Battistero.
Ma veniamo alla nostra domanda iniziale: vale la pena visitare il Battistero di Firenze all’interno?
La risposta è sì, e l’elenco delle opere d’arte presenti che trovi qua sotto ne è la prova.
- Il mosaico del soffitto
- Il pavimento ad intarsio marmoreo
- La tomba dell’antipapa Giovanni XXIII di Donatello e Michelozzo
- I sarcofagi antichi
Il mosaico all’interno del Battistero di Firenze
Tutti coloro che entrano dentro il Battistero alzano subito gli occhi al cielo attratti, come gazze ladre, dall’oro dei mosaici. C’è un popolo intero ad affollare il soffitto. Ti suggeriamo di trovare un posto sulle panche e cominciare pian piano ad osservare attentamente questi mosaici. Noi oggi viviamo nell’epoca dove le immagini corrono veloci, ma qui invece ci è richiesto un altro sforzo, quello di rallentare e lasciare che il nostro sguardo abbia il tempo di districarsi in questa moltitudine di angeli, santi, dannati e beati. Se ti concedi un po’ di tempo comincerai a capire che il mosaico raccontava e racconta ancora oggi delle storie. Le storie hanno un ordine. Ci sono quattro fasce che narrano dall’alto verso il basso le Storie della Genesi, le Storie di Giuseppe l’Ebreo, le Storie di Gesù, le Storie di San Giovanni Battista per concludersi poi sopra l’altare con il Giudizio Universale. Tra gli artisti coinvolti citiamo Cimabue e Coppo di Marcovaldo.
Pensa che per completare i mosaici ci sono voluti più di 100 anni!
Mentre visiterai il Battistero prova ad immaginare Dante come un ragazzino di 12-13 anni, con la testa in su e la bocca aperta dallo stupore, ad ammirare i mosaici che si andavano completando proprio davanti ai suoi occhi.
L’intarsio marmoreo nel pavimento del Battistero di Firenze
Dopo aver rivolto il nostro sguardo verso l’alto, riposiamo la nostra cervicale guardando in basso, verso il pavimento.
Come puoi vedere dall’immagine qui sotto, il pavimento del Battistero sembra ricoperto da tanti magnifici tappeti. Tutti questi intarsi di marmo ci richiamano alla mente il mondo orientale, ed infatti proprio in alcuni tessuti arrivati dall’oriente si è ritrovata la fonte di ispirazione per le geometrie del pavimento. Sappiamo infatti che nel Medioevo erano intensi gli scambi commerciali tra il Medio-Oriente e la Toscana.
Nel pavimento vi è inserito anche uno zodiaco. Devi sapere che spesso le chiese erano dei veri e propri osservatori astronomici. Per approfondire questa funzione astronomica del battistero ti suggeriamo la lettura del nostro articolo dove troverai anche un video per bambini dove spieghiamo la scritta palindroma al centro dello zodiaco.
Che ci fa la tomba di un antipapa all’interno del Battistero di Firenze?
L’antipapa Giovanni XXIII, al secolo Baldassare Cossa, era amico di Giovanni di Bicci dei Medici, padre di Cosimo il Vecchio. Fu proprio Baldassare Cossa ad incaricare i Medici della riscossione delle decime per conto della Chiesa. In cambio i Medici potevano tenere per sé una percentuale di quanto riscosso. Questa fonte di guadagno fece arricchire enormemente le casse della Banca Medicea. Baldassare Cossa morì a Firenze nel 1419 e anche grazie all’interessamento dei Medici venne sepolto in Battistero. Gli artisti incaricati nella realizzazione della sua sepoltura sono, non a caso, i preferiti di Cosimo il Vecchio: Donatello e Michelozzo.
I sarcofagi antichi all’interno del Battistero di Firenze
Alla sinistra dell’altare si vedono due sarcofagi di epoca romana. Possiamo definirli sepolture di reimpiego poiché in epoca medioevale vennero recuperate e trasformate in sarcofagi di eminenti personalità dell’epoca. Il reimpiego non è infrequente in questo edificio come in altri a Firenze. Anzi dobbiamo riflettere proprio sulla presenza di questi reperti antichi nel centro storico fiorentino. È proprio guardando a questi esempi che si sviluppa a Firenze, come nel resto d’Italia e d’Europa, il cosiddetto stile romanico nell’XI secolo, ed il Battistero stesso ne è l’esempio più importante a Firenze. Non solo, anche il nuovo linguaggio artistico del Rinascimento guarda attentamente all’arte classica.
Il Battistero e la nascita del Rinascimento
Non troviamo, infine, che sia un caso rintracciare l’inizio del Rinascimento proprio in questo possente edificio romanico. Nel 1401 si tenne a Firenze un concorso per trovare l’artista capace di realizzare in bronzo la Porta Nord del Battistero. A questo concorso parteciparono, come rivali, due giovani artisti: Lorenzo Ghiberti e Filippo Brunelleschi. Le formelle di prova presentate dai due artisti non usavano più l’antico “linguaggio” medioevale, ma ecco che una nuova forma d’arte stava prendendo vita: il Rinascimento.
Concludiamo infatti con un piccolo accenno alle porte…
Le porte del Battistero di Firenze
Le menzioniamo solo velocemente perché le porte ora presenti in Piazza non sono più quelle originali, che invece sono state tutte splendidamente restaurate e sono conservate all’interno del Museo dell’Opera.
Se non hai il tempo per visitare il bellissimo e nuovissimo Museo dell’Opera prenditi il tempo per guardare almeno le copie collocate in piazza San Giovanni. Parti dalla Porta sul lato Sud (la porta usata oggi come uscita) realizzata negli anni 30 del Trecento da Andrea Pisano, che racconta le Storie di San Giovanni. Passa poi alla Porta sul Lato Nord (la porta usata oggi come ingresso) realizzata da Lorenzo Ghiberti, dopo aver sconfitto il coetaneo Filippo Brunelleschi nel concorso indetto per la porta nel 1401. Qui trovi narrate le vicende della vita di Cristo. Ultima porta in ordine temporale è la spettacolare Porta del Paradiso, realizzata dallo stesso Lorenzo Ghiberti, con le storie tratte dall’Antico Testamento
Allora vale la pena visitare l’interno del Battistero di Firenze? Per noi assolutamente sì. Anzi lo riteniamo luogo fondamentale per comprendere tutto ciò che poi succederà in città. Dal posto dove si originava la fede dei fiorentini possiamo dire che ha allo stesso modo origine tutta l’arte che è possibile ammirare ancora oggi in città.
Lo Zodiaco è stato restaurato di recente. In questo video vedi il fantastico lavoro dei restauratori!