Quando si è in visita agli Uffizi si deve operare una scelta per non perdersi tra le centinaia e centinaia di quadri esposti, ma alcune opere sono, possiamo dire, imperdibili. L’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano è sicuramente una di queste!
Cerchiamo di capire assieme il perché.
Chi è Gentile da Fabriano?
Pittore marchigiano, esponente di quella corrente artistica definita Gotico Internazionale. Le sue opere colpiscono per l’abbondante presenza dell’oro e per i magnifici dettagli decorativi, soprattutto nelle vesti dei personaggi. Alla ricerca delle commissioni più prestigiose, Gentile da Fabriano ha soggiornato in varie città italiane dove le sue opere hanno poi colpito l’immaginazione degli artisti locali. Questo come vedremo è ciò che succede anche con la sua Adorazione dei Magi.
I committenti dell’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano: la famiglia Strozzi
Ricchissimi e potentissimi banchieri fiorentini, gli Strozzi decidono di costruire e decorare una cappella nella chiesa di Santa Trinita: Onofrio Strozzi ne decise l’erezione e suo figlio Palla ne portò avanti la decorazione. L’architetto incaricato fu probabilmente Michelozzo. La cappella doveva essere impreziosita con l’opera di uno dei più famosi artisti dell’epoca: Gentile da Fabriano. Egli si trasferì a Firenze e risiedeva in una casa messa a disposizione dagli Strozzi proprio vicino alla chiesa di Santa Trinita. Dal novembre 1422 Gentile è ricordato iscritto alla corporazione dei Medici e Speziali, a cui facevano capo tutti i pittori. Sull’opera si legge la data: maggio 1423, dunque sappiamo esattamente per quanto tempo Gentile ha lavorato a quest’opera.
I polittici
Al termine del XIII secolo e per tutto il quattordicesimo secolo si era andata affermando la pittura su polittico. Nell’immagine qua sotto potete vedere come esempio un grande polittico di Antonio e Bartolomeo Vivarini artisti veneziani della metà del XV secolo. Il polittico è una tavola da altare dipinta, composta da un numero di scomparti variabile, di dimensioni anche molto grandi, e inserita in una cornice talvolta molto complessa. I soggetti sono solitamente un dispiegamento di santi attorno ad un soggetto mariano o cristologico centrale, una vera e propria teoria con una grande profusione d’oro nei dettagli e nello sfondo. Ogni scomparto ha una vita propria, e alcune volte un proprio sfondo, anche se vi è un unico significato teologico che tiene tutto il complesso assieme.
Nel corso del XV secolo la tipologia del polittico aveva subito delle variazioni. Torniamo infatti a guardare l’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano: vediamo che al permanere di una struttura complessa e al fondo dorato, si va però introducendo un unico spazio nel quale si svolge tutta la narrazione. Gentile da Fabriano ci racconta dunque in un unico spazio tutta la vicenda dei Re Magi, dal momento in cui vedono sorgere la stella, fino al momento in cui giungono davanti a Cristo.
Questo nuovo uso dello spazio deve aver colpito anche un giovane pittore: il Beato Angelico, che qualche anno dopo verrà chiamato a dipingere una Deposizione per la stessa cappella. Per approfondire la Deposizione del Beato Angelico potete vedere l’articolo e il video che gli abbiamo dedicato.
Il nostro video sull’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano
Adesso cerchiamo di capire meglio l’opera attraverso il video che abbiamo realizzato con l’Associazione Newman.
Alcune curiosità sull’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano
In quest’opera così ricca di dettagli vogliamo soffermare la nostra attenzione su due particolari.
Partiamo dalla presenza degli animali nel dipinto:
Scimmie, dromedari, leopardi, falchi, cani da caccia…
Cosa ci fanno tutti questi animali in un’Adorazione dei Magi? Gli animali, in particolari quelli esotici e quelli che servivano per cacciare erano ritenuti dei veri e propri status symbol. La loro presenza sottolinea quindi la ricchezza del committente del quadro.
Nell’immagine qua sotto vedete un dettaglio degli affreschi della Cappella Brancacci nella chiesa di Santa Maria del Carmine di Firenze. La cappella venne affrescata da Masaccio e Masolino da Panicale proprio negli stessi anni in cui Gentile dipinge l’Adorazione dei Magi. In questo dettaglio si notano alcune scimmie incatenate a dei pali esterni di alcuni lussuosi palazzi fiorentini. Non erano dunque animali da compagnia, ma creature da sfoggiare per mostrare la propria ricchezza e ricercatezza.
L’uomo con il falcone
Nel corteo, subito dietro i tre Re Magi, si scorge un uomo con un turbante blu e d’oro, con un ricco abito, che tiene un falcone in mano. Chi è quest’uomo? Egli è il committente Palla Strozzi. La ricchezza del suo copricapo e la sua posizione ce lo fanno percepire come un vero e proprio quarto re magio. Anch’egli è venuto a porgere omaggio al Re appena nato. Accanto a lui, rivolto verso lo spettatore, vi è un ragazzo con il copricapo rosso, probabilmente è Lorenzo, figlio di Palla Strozzi. Il paragone è dunque chiaro: i personaggi della famiglia Strozzi si presentano agli occhi degli spettatori con la stessa dignità e importanza dei Re Magi. Paragone che potrebbe sembrare azzardato a noi oggi, ma che diventerà di uso comune nell’arte dell’epoca. Anzi la famiglia dei Medici si approprierà, pochi anni dopo, di questo stesso paragone con i Re Magi negli affreschi eseguiti da Benozzo Gozzoli nella cappella del loro palazzo di famiglia in via Larga.
La Presentazione al Tempio nella predella
Sotto la scena principale, nella predella, Gentile affresca tre storie che si collegano all’evento principale. Da sinistra vediamo La Natività, La fuga in Egitto e La Presentazione al Tempio. Quest’ultima scena purtroppo è stata trafugata in epoca napoleonica e si trova oggi al Louvre. Nel quadro conservato agli Uffizi è stata inserita una copia dipinta all’inizio del XX secolo. Nelle immagini qui sotto si capisce bene come Gentile sia stato influenzato dall’ambiente fiorentino. Se guardiamo l’edificio del tempio di forma ottagonale ci vien subito in mente una delle due tavolette prospettiche del Brunelleschi. Possiamo dunque affermare che non solo Gentile con la sua opera ha influenzato il variegato ambiente culturale della Firenze di inizio Quattrocento, ma a sua volta ne è stato influenzato.
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