Dopo 10 anni di onorata attività abbiamo deciso di mandare in pensione il nostro vecchio logo. Un cambio di logo significa un nuovo inizio, una voglia di rinnovamento che da tanto tempo ci sentivamo addosso e che grazie – questa volta voglio proprio dire grazie – al Covid siamo riuscite a mettere in atto.
Un’urgenza di cambiamento che viene da molto lontano
Ed è così che ci sentiamo in questa primavera 2022, ad un nuovo inizio. Ma dobbiamo partire dall’estate del 2019. Era un giorno torrido di luglio, quei giorni in cui Firenze si trasforma in un forno e i turisti sembrano tanti polli allo spiedo e noi guide con loro (anche se io mi sento più una patata…), ero seduta in Piazza della Signoria e a un tratto mi sono sentita come in una poesia di Montale o in un quadro di De Chirico e tutta quella folla là attorno mi è sembrata non avere un senso. Ecco, in quel momento ho capito che cosa è un’epifania. È stato chiaro come il sole, quel sole che nel frattempo stava sciogliendo le suole delle mie scarpe, che anche se amavo il mio lavoro, certe cose non sarei più state disposta a farle… e potevo mettere la mano sul fuoco (o sulle suole roventi delle mie scarpe) che anche Paola e Angela la pensavano uguale.
Firenze, i suoi abitanti e i suoi turisti erano vittime dell’Overtourism, e noi guide pure!
L’Overtourism e i suoi effetti, quale possibile soluzione?
Che cosa è l’Overtourism? Ecco la definizione che ne dà la World Tourism Organization: è “l’impatto negativo che il turismo, all’interno di una destinazione o in parte di essa, ha sulla qualità di vita percepita dei residenti e/o sull’esperienza del visitatore”.
Durante il Covid, dove il turismo si è praticamente azzerato, si è molto parlato di come risolvere il problema dell’Overtourism. Si aveva ben chiara la percezione che, finita l’emergenza sanitaria, il problema si sarebbe ripresentato, e che quindi questa pausa forzata poteva dare a tutti il tempo per mettere in campo delle strategie.
E da qui anche noi siamo partite nel ripensarci.
Cosa dà gusto al mio lavoro? Cosa non mi stanco di fare?
Ecco queste sono state le domande che ci siamo poste.
E le risposte portavano tutte a dire che amiamo la nostra storia, la nostra arte e la nostra cultura. Amiamo inoltre stare a contatto con le persone – non li voglio chiamare turisti – che veramente desiderano fare esperienza di Firenze e della Toscana tutta.
E per usare un’altra espressione inglese: basta con il “fast tourism” dove le persone vogliono vedere più cose possibili nel minor tempo possibile. Il termine fast tourism fa venire in mente la parola fast food, dove si consuma in pochi attimi un cibo preparato con ingredienti di scarsa qualità che viene servito in pochi secondi.
E invece Firenze e la Toscana sono ingredienti di primissima scelta con i quali preparare piatti gourmet che devono essere gustati, non consumati.
Ed ecco un nuovo logo per iconaToscana
Allora usando questo paragone culinario ci è piaciuto trasformare la cupola del Brunelleschi nella cloche di uno chef che si alza, svelando quanto di meglio possiamo degustare.
Spesso i piatti sono stati associati a delle opere d’arte dove gli ingredienti, come i colori di un pittore sono perfettamente abbinati tra loro. Noi invertiamo i termini del paragone.
I nostri ingredienti sono Donatello, Ghiberti, Arnolfo, Michelangelo, Giotto, Leonardo… ma anche Lorenzo il Magnifico, Dante e Galileo o ancora le botteghe artigiane, le abbazie sparse nelle campagne, il tutto accompagnato con dell’ottimo vino delle nostre cantine. E noi come chef esperti possiamo combinare questi ingredienti nel tour più azzeccato per i nostri clienti.
Abbiamo anche deciso di cambiare i colori a cui ormai da dieci anni ci eravamo abituate. I colori scelti sono più naturali e che ricordano immediatamente la nostra terra: il rosso delle terrecotte dei nostri caratteristici tetti, così come il verde delle colline che ci circondano.
Stop alla logica dei “must-see”
Tutti i termini inglesi fin qui usati hanno tutti un’accezione negativa e in un certo senso anche il termine “must-see” non ne è esente. “Must-see” sono tutte quelle opere d’arte e quei luoghi che, per un motivo o per un altro, sono ritenute imperdibili.
Spesso il turista non sa bene neanche perché il David o la Venere del Botticelli sono un must-see, l’importante è averli visti o, ancora meglio, essersi fatti un bel selfie con queste opere, per poterle esporre nel proprio museo personale: il profilo social di ognuno di noi.
Assistiamo così a orde di persone in fila davanti a queste opere, pronte poi a partire alla ricerca del prossimo “must-see” in una corsa senza fine. Questo fenomeno stava talmente prendendo piede che nell’autunno del 2019 i tour operator e le grandi agenzie di viaggi avevano chiesto a noi guide tour di 1 ora agli Uffizi da poter inserire nelle loro offerte per la stagione 2020… Chiunque conosca un minimo la Galleria degli Uffizi sa bene che un’ora di tour non è nemmeno sufficiente ad entrare e uscire dal museo!
Dunque cosa è che ci spinge a fare code chilometriche all’esterno di un museo, davanti ad un’opera o davanti ad un certo paninaro (ogni riferimento non è per niente casuale) per poi correre il più velocemente possibile alla prossima “imperdibile” meta?
La risposta è più complessa di quello che potrebbe sembrare e non è questo il momento per sviscerarla, ma proviamo a cambiare i termini della questione. Facciamoci dunque un’altra domanda.
Perché viaggiamo?
Il viaggio è un modo per fare un’esperienza, per conoscere qualcosa di diverso, per aprire la mente e per fermarci a riflettere. Per paragonarci con la vita e la mentalità del passato, o con quella di altre culture diverse dalla nostra. Per lasciarsi ispirare dalla bellezza (di qualsiasi tipo) e per farci cambiare da essa. Chiunque si mette in viaggio, in modo più o meno inconsapevole, lo fa per questo. Dunque quando pianifichiamo il nostro viaggio, dovremmo ricordarci di partire da questo e non da una strana moda che ci impone di andare tutti negli stessi luoghi, vedere le stesse cose, mangiare lo stesso cibo e comprare lo stesso souvenir e poi postare la stessa foto sullo stesso social.
Ed è qui che entriamo in gioco noi! Vorremmo essere coloro che vi aiutano in questa ricerca della bellezza per suggerirvi dove andare a scovarla, e a gustarla con il giusto tempo. Guardare assieme a voi sia i capolavori imperdibili che gli angoli nascosti per cercare di coglierne veramente il senso.
Con chi viaggiamo?
Si può viaggiare da soli, in coppia o con degli amici. Sono tutte esperienze diverse e importanti su molti livelli diversi.
Questa pandemia ha portato molti a riscoprire l’importanza dei rapporto sociali, partendo dalla propria famiglia. E sempre più famiglie si sono messe in viaggio per stare insieme e costruire dei ricordi comuni. Generazioni diverse, dai nipoti fino ai nonni, che vogliono condividere un’esperienza. Non sembra un’impresa facile viaggiare con i bambini, ma non è impossibile, per questo durante questi due anni abbiamo pensato a dei percorsi adatti alle famiglie con bambini. Delle visite ludiche e didattiche insieme con tanti piccoli materiali che aiutano grandi e piccini. Dai un’occhiata alla nostra sezione homepage sotto Tour per famiglie!
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