In occasione della Pasqua 2021 abbiamo deciso di realizzare un piccolo video sulla Deposizione del Beato Angelico, come nostro speciale augurio.
Abbiamo scelto quest’opera per il messaggio che trasmette: anche nell’ora più buia è già insita la speranza della resurrezione. Vogliamo far nostro questo messaggio perché, ad un anno dall’inizio della pandemia sembra di essere ancora bloccati dove eravamo un anno fa e ciò potrebbe indurci allo sconforto. Così in questo momento abbiamo deciso di non guardare al buio, ma di volgerci verso la luce. Ecco spiegato perché la scelta di un’opera del Beato Angelico, detto pittore di luce!
Prima di procedere alla visione del video ecco due coordinate sul nostro pittore:
Beato Angelico, pittore di luce
Sappiamo che il suo nome di battesimo era Guido Di Pietro, ma dei suoi natali sappiamo ben poco, per questo si è ipotizzato che potesse essere, insieme al fratello e alla sorella, un orfano. Negli anni ‘20 del 1400 diventa frate domenicano, assieme al fratello. E già prima di entrare in convento è ricordato come pittore (1417).
Il nome Beato Angelico emerge già qualche anno dopo la sua morte. Ricordiamo che con il termine Angelico nel linguaggio medievale e rinascimentale si indicava ciò che è superiore, divino e altissimo.
La Vocazione del Beato Angelico
Giorgio Vasari, nelle vite de’ più Eccellenti pittori scultori e architetti quando parla del Beato Angelico scrive così:
“Se avesse voluto, avrebbe potuto vivere nel mondo in modo molto agiato e diventare ricco grazie alla sua arte, poiché fin da giovane era già un maestro. Invece, essendo devoto di natura, scelse di entrare nell’ordine domenicano“
Dunque una vera e propria scelta consapevole quella del Beato Angelico di entrare nell’ordine domenicano, infatti Vasari esprime poi quest’altro giudizio:
“Essendo non meno stato eccellente pittore e miniatore che ottimo religioso, merita per l’una e per l’altra cagione che di lui sia fatta onoratissima memoria“.
Quindi Vasari lega fortemente l’arte del frate alla sua vocazione religiosa, ed è quello che dobbiamo fare anche noi oggi per comprendere a fondo la sua opera.
Il maestro del Beato Angelico: Lorenzo Monaco
Beato Angelico ha fatto molto probabilmente il suo apprendistato nella bottega del pittore Lorenzo Monaco, così chiamato in quanto monaco benedettino del ramo camaldolese. Proprio a Lorenzo Monaco il ricco Palla Strozzi aveva commissionato la Deposizione per la cappella di famiglia nella chiesa di Santa Trinita a Firenze.
Lorenzo Monaco aveva già lavorato nella stessa chiesa per un’altra importante famiglia i Bartolini-Salimbeni.
Lorenzo Monaco aveva dipinto con un linguaggio artistico ancora tipico del tardo-gotico sia le cuspidi in alto che la predella in basso. Nella cuspide si riconoscono tre scene (Noli me tangere, la Resurrezione e le Marie al Sepolcro) che seguono l’episodio centrale della Deposizione. Mentre nella predella oltre alla Natività e ad una Storia di San Nicola si riconosce un pannello legato a Sant’Onofrio. Perché si rappresenta la storia legata a questo santo eremita? Perché Onofrio era il nome del padre di Palla Strozzi, committente dell’opera. Onofrio era morto appena pochi anni prima della realizzazione di questa grande tavola. Quindi queste storie sono un omaggio al defunto padre del committente.
La Deposizione del Beato Angelico
Adesso vediamo in dettaglio l’opera nel nostro video:
L’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano
Nel video parliamo anche dell’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano che era ospitata nella stessa cappella Strozzi. Se vuoi saperne di più riguardo a quest’opera puoi leggere l’articolo e guardare il video che abbiamo realizzato per l’Associazione Newman.
Altri 2 piccoli dettagli sulla deposizione del Beato Angelico
Se hai visto il video e vorresti conoscere altri dettagli sull’opera continua a leggere…
Il gruppo dei dotti
Nei personaggi di destra, definiti il gruppo dei dotti, si è voluto riconoscere nel personaggio con il cappello rosso e che tiene in mano la corona e chiodi di Cristo il ritratto del committente Palla Strozzi e nel ragazzo col cappello rosso suo figlio, Lorenzo. Il personaggio inginocchiato vestito di rosso e con dei raggi dorati sulla testa è il Beato Alessio Strozzi, anch’egli quindi presente in quanto appartenente alla famiglia del committente.
L’uomo con il cappello nero
Un’altra piccola curiosità riguarda l’uomo con il cappello nero, senza aureola, rappresentato sulla scala assieme a Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo. Secondo la tradizione, riportata anche dal Vasari, in lui sarebbe da riconoscere il ritratto di Michelozzo Michelozzi, probabile progettista della stessa Cappella Strozzi. Michelozzo è l’architetto preferito di Cosimo il Vecchio dei Medici. Sarà proprio per volere di Cosimo che egli restaurerà completamente il convento domenicano di San Marco a Firenze affrescato poi dallo stesso Beato Angelico e dove ancora oggi è conservata la tavola con la Deposizione.
Per vedere l’opera dal vero e per approfondire l’arte del Beato Angelico vedi il nostro tour: Convento di San Marco
Per tutte le informazioni riguardo al Museo di San Marco potete consultare il sito ufficiale
10 risposte
Grazie di cuore Elena per queste spiegazione così belle e ricche di significato!
Buona Pasqua!
Siamo contente che ti sia piaciuto. Buona Pasqua!
Bellissimo!!!!!!
Grazie!!
Sublime!!! Grazie Elena, buona Pasqua. Linda
Grazie Linda!!!
Elena carissima, grazie per il vostro prezioso lavoro e per la libertà con cui lo condividete….
Buona Pasqua e un grande abbraccio
Cara Raffaella grazie a te per seguirci con passione!
Un modo originale e molto bello per augurare Buona Pasqua. Grazie ed auguri anche a Te
Buona Pasqua Stefano e grazie per il tuo commento!