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Le conseguenze della Guerra: un dipinto di Pieter Paul Rubens

Sommario

Se come noi ti stai interrogando su cosa gli artisti hanno detto a proposito della guerra, allora ciò che leggerai potrà darti una piccola ma significativa risposta su cosa trovare qui a Firenze. Alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti si conserva uno dei più importanti dipinti pacifisti, realizzato prima ancora della Guernica di Picasso. Si tratta della grande tela intitolata “Le Conseguenze della guerra”, dipinta da Pieter Paul Rubens, uno dei più grandi pittori del ‘600 barocco. Continua a leggere per saperne di più.


La guerra dei Trent’anni che affranse l’Europa

La Guerra dei Trent’anni fu uno dei conflitti più feroci vissuti dall’Europa, si svolse fra il 1618 e il 1648 e coinvolse numerosi paesi del Centro e Nord del continente. Celebre la frase di Ferdinando I d’Asburgo, che ricorda drammaticamente anche la nostra attualità: In un solo momento può accadere ciò che non speravamo accadesse neppure in un anno”. L’evoluzione politica in senso assolutista, unita allo scontro per la supremazia fra cattolicesimo e protestantesimo, portò le grandi potenze dell’epoca alla reciproca distruzione. Gli storici stimano 12 milioni di vittime solo nell’Impero Asburgico, con una popolazione europea che passò dai 20 milioni del 1618 a circa 16 milioni intorno al 1650. Solo in Germania si calcola siano stati distrutti 18.000 villaggi e 1.500 città, praticamente un terzo di quelle esistenti.

Le Conseguenze della Guerra di Rubens è proprio una riflessione in pittura sulla follia di questo conflitto, di cui il pittore fu testimone diretto.

Chi è Pieter Paul Rubens

Rubens nasce nel 1577 a Siegen in Westfalia da una famiglia di origine fiamminga e calvinista. Cresce a Colonia dove il padre si era rifugiato per sfuggire alle persecuzioni spagnole contro i protestanti. A 12 anni si trasferisce ad Anversa, dove matura i suoi studi classici ed umanistici, qui diventa cattolico ed inizia il suo apprendistato come pittore. Nel 1598 Rubens è già iscritto alla corporazione dei pittori della Gilda locale, due anni dopo si recherà in Italia dove rimarrà fino al 1608.

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Pieter Paul Rubens, autoritratto, 1623

La prima tappa italiana è Venezia, dove conosce le opere di Tintoretto, Veronese e Tiziano. Diventa pittore di corte dei Gonzaga a Mantova e per loro viaggerà a Roma scoprendo Raffaello, Michelangelo e Caravaggio. Nel 1608 tornerà in patria dove godrà della protezione di importanti personaggi dell’epoca. Fra i suoi committenti più noti dobbiamo ricordare anche Maria dei Medici, regina di Francia (per approfondire la figura di Maria ti suggeriamo l’ascolto del podcast e la lettura del nostro articolo a lei dedicato qui link).

Le commissioni per la bottega di Rubens si moltiplicano e lui si dimostra bravissimo imprenditore. La sua bottega è organizzata in maniera industriale, praticamente divisa in settori specializzati, per poter rispondere alle numerose richieste.

Rubens sarà talmente stimato a livello europeo da ricoprire ruoli diplomatici nell’arco della sua prolifica carriera. Morirà il 30 maggio del 1640 all’età di 64 anni. La Guerra dei Trent’anni attraversa l’Europa di Rubens esattamente durante gli anni in cui il pittore è all’apice della fama e della carriera. Le conseguenze della Guerra sono una riflessione sulle atrocità di un conflitto che il pittore aveva vissuto in prima persona.

Le conseguenze delle Guerra: descrizione

Rubens dipinge Le Conseguenze della guerra fra il 1637 e il 1638. È una pittura ad olio su tela di grandi dimensioni, misura cm 206×345 ed è conservata alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze.

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Le Conseguenze della Guerra, Pieter Paul Rubens, olio su tela, 1638, Galleria Palatina di Palazzo Pitti

La figura che cattura subito la nostra attenzione è la donna quasi al centro del dipinto. È nuda, con la pelle molto chiara e dai lunghi capelli biondi che le scendono sulla schiena. In basso a sinistra due amorini la trattengono per la gamba destra, uno svolazza sopra la sua testa. La giovane è aggrappata per il braccio ad un soldato armato con spada, scudo, elmo e armatura. Con l’altro braccio la fanciulla trattiene per un lembo di mantello un’altra potente figura maschile.

Sulla sinistra del dipinto una seconda donna alza le braccia al cielo, indossa un abito nero sotto cui si intravede un altro abito aderente bianco con degli stralci dorati. La segue subito dietro un amorino che porta un globo di cristallo sormontato da una croce. Alle spalle della donna si notano delle architetture classiche, individuate da grandi colonne, fra cui si scorge una pesante porta aperta. Il gruppo in basso a destra è formato da alcune figure umane stese a terra inermi: un uomo che tiene un compasso, una donna con un liuto rotto e una donna con un bambino. Sempre a terra scorgiamo vari oggetti dispersi e calpestati: le frecce di cupido, dei fogli, un libro.

Se hai voglia di approfondire ancora, La Galleria degli Uffizi ha tenuto una bella lezione con il prof. Marco Collareta e puoi trovarla al link ufficiale.

Il quadro mostra che la guerra è una follia. Questo dipinto è stato inviato a Firenze da Rubens su richiesta del pittore della corte granducale di Firenze, Justus Sustermans, e da allora il quadro è rimasto nelle collezioni medicee. Siamo nel 1638 e il quadro arriva accompagnato da una lettera scritta in italiano (Rubens parlava e scriveva bene italiano e latino) dove il pittore descrive il significato della sua opera. Quindi non possiamo inventarci nulla, Rubens voleva che fosse chiaro il suo messaggio!

Le conseguenze delle Guerra: il significato

Partiamo da sinistra. La porta aperta che si vede dietro la figura vestita di nero è quella del tempio di Giano, divinità romana (il dio degli inizi) che ha dato l’avvio all’iniziativa bellica; infatti la porta è aperta e da lì escono le furie della guerra. La bella figura luminosa al centro è Venere aiutata dagli amorini che tenta di trattenere inutilmente l’amato Marte. L’altra figura maschile è la Furia Aletto che incita alla guerra e trascina inesorabilmente tutto con sé. Rubens stesso dice che la Furia quando arriva è accompagnata da due compagni inseparabili: la fame e la peste.

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Le Conseguenze della Guerra, particolare di Venere e Marte

La donna stesa a terra con il liuto rotto è l’Armonia, incompatibile con la discordia della guerra. La madre a terra con il bambino rappresenta fecondazione, generazione e carità (Rubens usa le parole in questo ordine) che vengono distrutte e corrotte con la guerra. In basso a destra l’uomo rappresenta l’Architetto, infatti tiene un compasso, perché la guerra manda in rovina tutto ciò che si costruisce in tempo di pace.

Marte calpesta un libro ed un disegno, perché la guerra è mortale per tutte le arti che fioriscono nella pace e che rendono la vita felice. Guardando gli amorini vediamo ai loro piedi le frecce sparse al suolo; quando le frecce sono legate insieme sono simbolo di concordia, quando sono sparse la concordia è perduta.

La donna in nero è l’infelice Europa che subisce oltraggi di ogni sorta, il suo simbolo è il globo con la croce tenuta dall’amorino dietro di lei che rappresenta l’universalità del mondo cristiano da cui deve essere allontana la guerra.

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Le Conseguenze della Guerra, particolare di Europa

Tutto il dipinto è pervaso da una forza che muove da sinistra verso destra, un uragano distruttore che travolge tutte le figure, partendo dalla misera Europa. Questa con la sua corona turrita e la veste nera, indossa aderente sulla pelle anche una bianca camicia con dei dettagli dorati, simboli dell’età dell’argento e dell’oro, sovrastate simbolicamente dal nero della guerra, considerato il punto più basso della civiltà.

Insomma, questo dipinto racconta senza mezzi termini che la guerra è una sciagura. Un’opera, quella di Rubens, che dice il vero, andando oltre la propaganda di regime, quella propaganda che ci ha da sempre abituati a vedere vittoriose battaglie che esaltano il potere dei regnanti. La guerra non è questo, è fame, miseria, distruzione e morte così come ci ha mostrato Rubens con il suo pennello.

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Rubens ha realizzato anche un altro quadro che è invece una vera e propria allegoria della pace. Se volete vederlo basta cliccare qui

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