Lo sapevate che nella basilica di San Lorenzo a Firenze c’è un’opera del più grande ritrattista del Novecento italiano: Pietro Annigoni?
Ma cosa ci fa un’opera degli anni Sessanta in un gioiello dell’architettura rinascimentale?
Chi è Pietro Annigoni?
Pietro Annigoni nasce a Milano il 7 giugno del 1910 ma passerà tutta la sua vita a Firenze, diventando un fiorentino doc. Conquista il titolo (da lui non molto amato) di “pittore delle regine” quando nel 1954 realizza il ritratto ufficiale di Elisabetta II d’Inghilterra. Da questo momento gli aristocratici di tutto il mondo fanno a gara per ottenere un ritratto dall’artista che aveva immortalato la grande regina. La sua fama arriva fino in America dove realizza degli schizzi di John F. Kennedy e del papa Giovanni XXIII per le copertine del Time.
Dopo ognuno di questi lunghi viaggi Pietro torna sempre a Firenze nel suo studio, prima in piazza Santa Croce e poi in borgo Albizi. Le persone più disparate bussano alla porta del grande artista per chiedere ritratti o opere di Arte Sacra e poche volte Annigoni manda qualcuno indietro a mani vuote. Una parte meno conosciuta della sua produzione è soprattutto dedicata all’Arte Sacra, che sviluppa principalmente nell’ultimo periodo della sua vita.
Cosa ci fa un’opera di Annigoni nella basilica di San Lorenzo a Firenze?
Annigoni è famoso per i suoi ritratti ma forse le opere che ha amato maggiormente sono quelle di Arte Sacra. Infatti è con le opere per luoghi pubblici o per le chiese che ha fatto conoscere il suo nome alla collettività. I ritratti rimangono chiusi nelle case di chi li commissiona mentre affreschi o pale per le chiese sono visibili da un pubblico più vasto e Pietro come tutti desiderava rimanere immortale.
Come arriva a dipingere proprio in san Lorenzo?
Attraverso degli amici comuni l’allora priore di san Lorenzo, Giuseppe Capretti, commissiona direttamente al maestro una pala di San Giuseppe. Nel 1962 Capretti scrive una lettera ad Annigoni ringraziandolo di aver accettato la sua richiesta e dicendo che aveva sempre desiderato un’opera del pittore accanto ai grandi maestri del rinascimento fiorentino. Sono anni in cui viene riproposta con vigore la figura di san Giuseppe come protettore della famiglia e dei lavoratori. Probabilmente Capretti desidera abbellire la basilica con qualcosa di originale ed innovativo: la scelta, quindi, ricade sul famoso pittore fiorentino.
Il San Giuseppe di Annigoni nella Basilica di San Lorenzo a Firenze
La pala del San Giuseppe con Gesù bambino o San Giuseppe artigiano si trova nella sesta cappella della navata sinistra della basilica di San Lorenzo. Padre e figlio sono ritratti all’interno della bottega che appare come un pergolato aperto. Gesù si è arrampicato sul tavolo. Stringe in mano dei chiodi, segno della futura morte in croce, e Giuseppe sta per accarezzarlo. La bellezza e unicità del quadro sta proprio in questo gesto bloccato di san Giuseppe. Il falegname indugia nell’accarezzare il figlio come per non interrompere la sua concentrazione. Nel gesto umanissimo (quante volte ci siamo ritrovati anche noi a fermarci nel dare un bacio o una carezza per non interrompere l’amato in quello che stava facendo?) si cela il senso allegorico della paternità putativa di Giuseppe. La scelta di narrare un gesto così quotidiano è tipica dell’arte di Annigoni.
Un’altra sua caratteristica è dipingere la realtà così com’è. Infatti, da buon ritrattista, il pittore dipinge quello che secondo lui è l’immagine di Giuseppe, con i capelli scuri e la pelle olivastra, tratti tipici dei popoli che abitano l’attuale terra di Israele.
Spesso Annigoni inserisce ricordi della sua vita nei suoi quadri. Lo fa anche nella pala di San Lorenzo mettendo sullo sfondo una grande croce luminosa nel cielo. Questa non è solo un rimando alla futura crocifissione del piccolo Gesù (così come abbiamo detto dei chiodi che ha in mano) ma anche un ricordo del suo viaggio in Terra Santa. Così scrive sul suo diario:
“A sera, il tramonto dal monte Carmelo. Verso il mare, per pochi attimi, due nubi incandescenti (una, probabilmente, di fumo) s’incontrano e disegnano un’immensa croce di fuoco nel cielo.”
È stato apprezzato il San Giuseppe dipinto da Annigoni per la Basilica di San Lorenzo a Firenze?
Quando monsignor Capretti commissiona l’opera ad Annigoni non c’è posto per una nuova pala d’altare in chiesa. Però il desiderio di avere un’opera nuova è così grande che il priore decide di liberare una cappella (quella dove si trova l’opera ancora oggi). Così sposta la pala del Martirio di san Sebastiano di Jacopo da Empoli nella prima cappella sulla navata destra (dove è posizionata ancora oggi) e ripone nei depositi una Visitazione del pittore settecentesco Agostino Veracini.
Il nuovo quadro piace tantissimo ai fedeli di San Lorenzo e viene fatta una grande festa per celebrare il suo arrivo. La fama dell’opera è cresciuta così tanto che cinque anni dopo i parrocchiani della chiesa dei SS. Giuseppe artigiano e Lucia al Galluzzo vanno nello studio di Annigoni per chiedere una copia del quadro per la loro nuova chiesa. Ma questa è un’altra storia.
Lo sapevi che a Firenze esiste un Museo dedicato a Pietro Annigoni?
Vorresti scoprire qualcosa di più sulla basilica di San Lorenzo? Guarda la pagina del nostro sito dedicata alla visita guidata “Da San Lorenzo a Santa Trinita, tra mercanti e banchieri”
Per le immagini dell’opera si ringrazia il fotografo Torquato Perissi