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Luogo dell'abbandono all'ospedale degli Innocenti a Firenze

La culla vuota dell’Ospedale degli Innocenti

Sommario

All’Ospedale degli Innocenti c’è una culla vuota, come quella che adesso troviamo nei nostri presepi.

Per noi cristiani questa culla vuota è simbolo di quel tempo di attesa che è l’Avvento, tempo che verrà colmato nel Natale dalla presenza di Gesù Bambino.

La culla vuota agli Innocenti era invece segno esplicito che i bambini che qui venivano abbondonati erano specchio di Cristo, l’Innocente che non ha nessuna colpa, ma che ugualmente muore per espiare i nostri peccati. Così si compiva il paragone con i bimbi “innocenti”, i quali finivano molte volte per espiare le colpe dei genitori, subendo spesso una sorte avversa.

Ma spieghiamolo meglio: a Firenze nasce nel XV secolo il primo luogo al mondo riservato interamente alla cura dei bimbi abbandonati, nato soprattutto per accogliere i figli illegittimi, i cosidetti figli “della colpa”, definizione che a noi oggi fa rabbrividire, ma che per la cultura dell’epoca era del tutto consono. Questo luogo prese significatamente il nome di Ospedale degli Innocenti, con cui ancora oggi è universalmente noto.

Sforzo dell’Ospedale, fin dalla scelta stessa del nome, è quello di non far ricadere le colpe dei genitori sui bambini, il loro stato “gittatelli”, termine dell’epoca che sta per abbandonati, avrebbe reso la loro vita assai complicata. Proprio l’Ospedale avrebbe così dato loro una educazione e una cura fino a farli diventare membri attivi e integrati della società fiorentina. E questo diventa ancora più evidente quando si sceglie come luogo per l’abbandono una cullina vuota posta tra due statue rappresentanti Giuseppe e Maria. Il bambino posto tra le due statue diventava un piccolo Gesù Bambino accolto e amato e l’Ospedale, nei suoi lunghi secoli di storia, cercherà continuamente di migliorarsi per poter in ogni modo difendere ed educare i suoi figli. Molte sono le storie di speranza e sofferenza che emergono dalle pieghe della storia di questa antica istituzione e che sempre commuovono quanti visitano con noi l’Ospedale.

L’Adorazione dei Magi di Domenico Ghirlandaio nell’Ospedale degli Innocenti

Attraversare gli spazi dell’ospedale significa viaggiare attraverso secoli di abbandono e cura, e rimanere stupiti nello scoprire che uno degli sforzi maggiori di questa istituzione è stato quello di poter accogliere i bambini in un luogo bello e funzionale, arricchito di opere d’arte commissionate o ricevute in dono. Pensate un po’ di crescere tra le opere dei più importanti nomi del Rinascimento fiorentino, partendo dalla stessa struttura progettata da Filippo Brunelleschi, a dipinti di Sandro Botticelli e Piero di Cosimo e le bellissime terracotte invetriate dei Della Robbia… ma il capolavoro assoluto presente nel Museo dell’Ospedale degli Innocenti è la grande pala d’altare commissionata dal priore Francesco Tesori nel 1485 a Domenico Ghirlandaio e che si trovava originariamente sull’altare maggiore dalla chiesa di Santa Maria degli Innocenti.

l'Adorazione dei Magi di Domenico Ghirlandaio si trovava sull'altare principale della chiesa degli Uomini dell'Ospedale degli Innocenti di Firenze e oggi conservata all'interno del museo dell'Ospedale.
Domenico Ghirlandaio, Adorazione dei Magi, 1488, Ospedale degli Innocenti, Firenze

Nell’Adorazione dei Magi di Domenico Ghirlandaio che vedete nell’immagine soprastante trovate al centro la figura della Vergine con in grembo il bambino benedicente. Assieme ai Magi che portano i doni, assistono alla scena inginocchiati: San Giovanni Battista, a sinistra, quale patrono di Firenze e San Giovanni Evangelista, a destra, in quanto protettore dell’Arte della Seta e patrona dell’Ospedale. I Santi presentano a Maria due piccoli martiri della strage degli Innocenti di bianco vestiti, che rappresentano tutti i piccoli martiri della strage degli Innocenti a cui è titolata la chiesa stessa, ma che sono allo stesso tempo un chiaro riferimento ai figli dell’Ospedale.

Nel corteo dei Magi troviamo i ritratti di personaggi facoltosi appartenenti alla stessa Arte della Seta, riccamente abbigliati con tessuti di seta arricchiti di perle e con vistosi gioielli, dove emerge tutta l’abilità del Ghirlandaio nella resa delle varie superfici, frutto dell’osservazione delle pitture fiamminghe arrivate a Firenze proprio in quegli anni. Sul lato opposto compaiono l’autoritratto del pittore, che ha lo sguardo rivolto verso lo spettatore e il committente Francesco Tesori, vestito di nero.

Nell'Adorazione dei Magi di Domenico Ghirlandaio si riconosce il priore dell'Ospedale, Francesco Tesori, nel personaggio vestito di nero e accanto a lui, con lo sguardo rivolto a noi, l'autoritratto del pittore.
Particolare dove si riconosce il priore dell’ospedale e l’autoritratto del pittore
A destra dell'Adorazione dei Magi in ricche fogge stanno i committenti dell'Arte della Seta
Particolare con i patroni dell’Arte della Seta

Sullo sfondo si vede immediatamente dietro la Vergine una capanna sostenuta da pilastri riccamente decorati, al cui vertice un coro di angeli canta la lode a Dio srotolando il cartiglio del Gloria; subito sotto la copertura a capanna si vede un muro in costruzione con due muratori, vestiti in nero come inservienti, che potrebbe alludere alla stessa costruzione dell’Ospedale. Subito alla destra della capanna si vede un elegante arco sulla cui trabeazione si legge l’iscrizione con la data 1488 e in lontananza si scorge la scena dell’annuncio dell’angelo ai pastori.

Il tema qui svolto dal pittore è una Adorazione dei Magi, affiancata però da altre due scene che si collocano temporalmente prima e dopo l’Adorazione stessa.

Il prima è l’annuncio dell’angelo ai pastori, che furono di fatto i primi ad adorare il Messia, preferiti da Dio ai potenti e ai sapienti. Il dopo si colloca temporalmente alla partenza dei Magi, quando Erode scatenerà la sua furia contro bambini innocenti alla ricerca del Re dei Giudei che lo avrebbe spodestato.

Domenico Ghirlandaio inserisce nella sua Adorazione dei Magi la scena con la strage sdegli Innocenti
Particolare in alto a sinistra con la strage degli Innocenti

Simbologia dei Magi

Dei Re Magi abbiamo già iniziato a parlare in un video dedicato ad un’altra grande opera: l’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano, approfondiamone ancora un po’ il culto fiorentino.

Marsilio Ficino, filosofo del primo Rinascimento, nel suo De Vita li definisce “primizia delle genti”, primi fra i pagani a correre alla grotta di Betlemme per adorarvi il fanciullo divino. Il culto dei misteriosi re-sacerdoti venuti dall’oriente aveva a Firenze un solido primato; uno specifico culto dei Magi si era radicato nell’ultimo decennio del Trecento: sappiamo che nell’epifania del 1391 un corteo era partito da San Marco simulando il viaggio dei Magi per giungere al Battistero. Sappiamo inoltre che nella chiesa domenicana di San Marco si riunivano i membri di una compagnia dei Magi, compito della quale era preparare ogni tre anni una festa in loro onore, alla quale partecipava con un contributo finanziario anche il governo cittadino; si trattava di una delle compagnie appositamente riunite per organizzare feste, ed è probabile che al loro interno convivessero esponenti di ceti sociali differenti. L’ascesa medicea vide diventare Cosimo il Vecchio mecenate della compagnia dei Magi (del rapporto tra i Medici e i Re Magi parliamo sempre durante la nostra visita guidata al Convento di San Marco).

Ai nostri giorni la tradizionale Cavalcata dei Re Magi viene tenuta ancora in vita ogni 6 gennaio (purtroppo sospesa in questi ultimi anni ha causa della pandemia) dallo sforzo congiunto del Comune e dell’Opera del Duomo.

Patroni dei re e dei cavalieri, i Magi lo erano anche dei sapienti, dei mercanti, dei viaggiatori, dei pellegrini. Non a caso la stella che li aveva guidati e protetti campeggiava a Firenze sull’arme dell’Arte degli Albergatori. Nel 1447 si stabilì che da allora la festa dei Magi sarebbe stata celebrata ogni 5 anni con grande sfarzo e si dispose anche il pagamento di nuovi contributi che sarebbero dovuti andare alla compagnia.

Tra le tante simbologie legate alla figura dei Magi, vogliamo aggiungere qua una simbologia politica forse meno diffusa ma probabilmente riconosciuta a Firenze, in cui essi rappresentavano i tre ordines, cioè i tre stati del mondo: gli oratores i sacerdoti – sarebbero rappresentati dal Mago che porta l’incenso simbolo di preghiera; dei bellatores quello che reca l’oro simbolo di potere terreno, dei laboratores – quello che presenta la mirra – collegata con la morte e l’eternità. Gli stessi laboratores potrebbero essere assimilati a Firenze con la classe dei mercanti/banchieri che di fatto avevano fatto la fortuna della città ed erano i grandi finanziatori delle opere d’arte, inclusa la nostra in esame.

Una visita all’Ospedale degli Innocenti

Dopo il restauro terminato nel 2015, l’Ospedale ha riaperto le sue porte e con un nuovo allestimento è possibile visitarne gli spazi per conoscerne la storia e ammirare la sua collezione d’arte tra le cui opere svetta L’Adorazione dei Magi che qui abbiamo velocemente preso in esame. Inoltre è sede di mostre temporanee e ospita sulla sua bellissima terraza un roof-bar da cui è possibile ammirare in tutta la sua magnificenza la Cupola del brunelleschi.

Per informazioni su orari e ingressi potete consultare il sito del Museo degli Innocenti.

Se siete interessati ad una visita guidata al Museo degli Innocenti potete scriverci una mail a info@iconatoscana.it oppure contattarci telefonicamente ai numeri che trovate qua in alto.

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